Decreto Mipaaf: Per i contratti di filiera 1,2 mld

Finanziati i beni materiali e non, la ricerca e la promozione.

Ci sono 1,2 miliardi di euro a disposizione per i contratti di filiera e di distretto, di cui, come ha annunciato il ministro alle politiche agricole, Stefano Patuanelli, nelle recenti audizioni, 350 saranno utilizzati per lo scorrimento delle graduatorie del quarto bando risalente al 2016 ed 850 milioni di euro di risorse fresche per la quinta tornata di bandi in preparazione ed in uscita nel corso dei primi mesi del prossimo anno.

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Intanto, la Conferenza Stato Regioni della passata settimana ha dato il via libera alla proposta del Mipaaf di decreto contenente le modalità di funzionamento del regime di aiuto che presto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sarà seguito dai cosiddetti provvedimenti e cioè dai bandi emanati dal ministero.

Ci saranno pertanto più inviti a presentare proposte, perché è probabile che si intenda declinare questo importante intervento, programmato nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) e finanziato attraverso il Piano complementare, con approcci diversi e mirati, in modo da aderire meglio alle sfaccettate esigenze dei settori beneficiari che, vale la pena ricordarlo, sono: l’agroalimentare, le foreste, la pesca, l’acquacoltura e il florovivaismo.

I contratti di filiera e di distretto sono un regime di aiuto istituito nel 2002 (articolo 66, comma 1 della legge 27 dicembre 2002) rivolto alle imprese che realizzano progetti di investimento, attraverso un approccio integrato e collaborativo, al fine di favorire l’integrazione di filiera, la migliore organizzazione del sistema produttivo ed l’ottimizzazione delle prestazioni competitive.

La regia dell’intervento è detenuta dal Mipaaf che sottoscrive un contratto di filiera con i soggetti beneficiari degli aiuti pubblici, rappresentati da un organismo proponente che in genere è una cooperativa o organizzazione di produttori, un organismo interprofessionale, oppure società o associazioni temporanea di imprese costituita ad hoc o, infine, una rete di imprese.

A loro volta le imprese e gli altri eventuali organismi che partecipano all’iniziativa condividono un accordo di filiera nel quale indicano gli obiettivi, le azioni, il programma degli investimenti, i tempi di realizzazione, i risultati attesi, gli obblighi e gli impegni reciproci che legano i diversi soggetti partecipanti, con particolare riferimento alle imprese agricole ed a quelle che sono attive nelle fasi di trasformazione e commercializzazione.

I contributi pubblici a copertura parziale delle spese sostenute per la realizzazione dei progetti sono sotto forma di erogazioni a fondo perduto e di finanziamento agevolato. Una parte della provvista necessaria alla esecuzione delle varie operazioni deve essere reperita dai soggetti beneficiari. Per portare avanti un contratto di filiera e di distretto è fondamentale il ruolo degli intermediari finanziari (banca finanziatrice e banca autorizzata), le quali provvedono al finanziamento a medio o lungo termine, utilizzando le risorse del FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese ed agli investimenti in ricerca).

L’ente che ricopre un ruolo chiave per gli aspetti finanziari è la Cassa depositi e prestiti. Il requisito fondamentale di un contratto di filiera è l’ambito territoriale multi-regionale e quindi la necessità di coinvolgere operatori e prevedere azioni a valenza ampia.Uno degli elementi che sicuramente sarà vagliato con attenzione nei prossimi bandi è la capacità del programma sottoposto di raggiungere gli obiettivi di carattere ambientale e di sostenibilità, contribuendo in tal modo alla transizione ecologica.

Gli interventi ammessi a beneficiare del sostegno pubblico sono raggruppati in quattro categorie generali: investimenti materiali ed immateriali eseguiti dalle aziende agricole; investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli (rientrano in tale definizione sia i prodotti finiti tipo alimenti e bevande, sia i prodotti non agricoli); costi di partecipazione ai regimi di qualità ed alle iniziative di tipo promozionale; progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo.