Tra le novità del disegno di legge delega in materia di contratti pubblici approvata ieri dall’aula del Senato (il testo passa ora all’esame della Camera) vi sono la revisione prezzi obbligatoria e a regime, anche se limitata ad eventi imprevedibili; tutela delle piccole e medie imprese; obbligo in tutti gli appalti di applicazione dei criteri ambientali minimi; divieto di utilizzo del sorteggio o di altri meccanismi automatici per la selezione degli invitati nelle procedure negoziate; valorizzazione della partecipazione delle «imprese di prossimità».
Nella stesura del nuovo codice si preveda la possibilità di procedere alla suddivisione degli appalti in lotti sulla base di criteri qualitativi o quantitativi, nonché il divieto di accorpamento artificioso dei lotti (un principio peraltro immanente alle direttive europee e già previsto nel nostro ordinamento), in coerenza con i princìpi dello «Small Business Act» Ue del 2008 e questo «anche al fine di valorizzare le imprese di prossimità», con un accenno quindi alla preferenza per le imprese del territorio. Prima novità attiene al favor verso la partecipazione di piccole e medie imprese e di quelle «di prossimità». Tema centrale è la messa a regime di un meccanismo di revisione prezzi, non limitato temporalmente come è accaduto nella più recente decretazione di urgenza, ma con il limite di eventi imprevedibili. Nel nuovo codice si dovrà quindi inserire un «regime obbligatorio di revisione dei prezzi al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva e non prevedibili al momento della formulazione dell’offerta». In questo meccanismo gli eventuali oneri derivanti dalla revisione dei prezzi saranno previsti «a valere sulle risorse disponibili del quadro economico degli interventi e su eventuali altre risorse disponibili per la stazione appaltante». Altro punto attiene all’inserimento del divieto di utilizzare il sorteggio per la selezione degli operatori da invitare alle procedure negoziate.