L’audizione del direttore generale Musmeci in Commissione Lavoro al Senato evidenzia una ripresa del settore, ma c’è un problema: manca la manodopera specializzata.
La settimana scorsa si è svolta l’audizione informale dell’ANCE presso la Commissione Lavoro al Senato riguardante l’Indagine conoscitiva sui canali di ingresso nel mondo del lavoro e sulla formazione professionale dei giovani: stage, tirocinio e apprendistato.
Formazione settore edile: l’audizione ANCE al Senato
Una panoramica completa ed esaustiva nel corso della quale il Direttore generale di ANCE, Massimiliano Musmeci, ha preliminarmente evidenziato i cambiamenti che negli ultimi anni hanno ridefinito lo scenario economico, compreso il settore delle costruzioni. In questo contesto, la formazione continua e la riconversione professionale dei lavoratori sono le sfide da porsi per ottimizzare la produttività e mantenere risorse umane nel circuito di settore.
Dopo la profonda crisi che ha segnato il settore delle costruzioni, con una forte riduzione degli occupati, le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dagli incentivi fiscali e dalla ripresa del mercato immobiliare, fanno pensare sul medio termine, a un ritorno ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Nel corso dell’audizione sono stati citati i dati dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance: in particolare, nel 2021 gli investimenti legati alle costruzioni hanno registrato un aumento del 16,4% (+9% rispetto al 2019) e la produzione è aumentata del 24,3%. Per quanto riguarda l’occupazione, nel 2021 si registra un aumento del 12,58% degli iscritti alle Casse Edili e del 27,90% delle ore lavorate rispetto all’anno precedente. La strada è comunque lunga: nonostante la ripresa nell’ultimo anno, bisogna sempre pensare che negli ultimi dieci anni si sono persi oltre 600mila posti di lavoro nel settore.
Come spiega ANCE, oltre il 70% delle imprese lamenta difficoltà elevate nel reperire alcuni profili professionali: la formazione professionale ha quindi priorità assoluta nel settore edile e può rappresentare un valore aggiunto per i lavoratori e per le imprese, aumentandone specializzazione e competitività.
Continua inoltre a registrarsi una forte carenza di personale specializzato e questo è un problema, in un momento in cui i punti di riferimento sono anche le competenze in ambito digitale e “green”. In particolare, nel settore delle costruzioni, il progressivo aumento della domanda per alcune maestranze specifiche risulta, presumibilmente, legato ad interventi inerenti il Superbonus, pensando ad esempio alla realizzazione dei cappotti termici e all’efficientamento energetico degli edifici.
Proprio per raggiungere questi obiettivi sono state messe in campo notevoli risorse dal PNRR ed è stato definito il Piano nazionale nuove competenze (PNC), uno strumento di coordinamento strategico per gli interventi di qualificazione/riqualificazione dei giovani, per favorire il raccordo tra il sistema dell’istruzione e della formazione e il mercato del lavoro. Tra gli interventi più significativi Musmeci ha segnalato:
- 600 milioni di euro di investimenti sul sistema duale, per aumentare nel quinquennio 2021-2025 di almeno 135.000 unità la partecipazione al sistema produttivo;
- 1,5 miliardi di euro per la formazione professionale terziaria (ITS), al fine di incrementare il numero degli attuali iscritti ai relativi percorsi (18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno) almeno del 100% tra il 2021 ed il 2025.
Grande attenzione su apprendistato e tirocinio: se sul primo le parti sociali dell’edilizia hanno delineato una puntuale disciplina relativa a tutte e tre le tipologie contrattuali contemplate dalla legge, per il tirocinio si auspica una riforma adeguata, che contempli anche una semplificazione delle relative procedure e un appropriato monitoraggio. In entrambi i casi sono considerati validi strumenti per favorire l’inserimento di giovani formati nel mercato del lavoro. Questi i dati del 2021: per il settore costruzioni si registrano, complessivamente (industria e artigianato), 24.872 lavoratori apprendisti. Mentre tra il 2014-2019 il 3,9% dei dati Anpal parlano di tirocini.